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Come avvicinare bambini e ragazzini a Shakespeare

Più si penetra nella sua opera, più sembra che William Shakespeare abbia volutamente tratteggiato i personaggi che affollano le varie storie in modo tale da mostrarci, di riflesso, le nostre vite, i nostri difetti e le nostre virtù.

Di conseguenza, i suoi lavori ci appaiono come finestre sul mondo o racconti ammonitori per noi e, perché no, per i nostri figli.

Il drammaturgo inglese andrebbe "pesato" in base a ciò che riusciamo ad imparare e a raccogliere da ciò che ha scritto. Iniziare questo processo in giovane età, ne sono convinto, può contribuire enormemente alla costruzione di una migliore e più ampia consapevolezza di sé sviluppando, al contempo, le basi del pensiero critico.

Purtroppo, trasferire ai più piccoli la vasta, magnifica e complessa opera shakespeariana, non è cosa semplice. Tuttavia, oggi abbiamo a disposizione molti modi "indiretti" per farlo.

L'avvicinamento alla materia shakespeariana potrebbe cominciare partendo da qualcosa che attiene alla sfera del gioco. Personalmente, ho recentemente testato in famiglia The World of Shakespeare, uno splendido puzzle da 1.000 pezzi che raffigura una Londra a cavallo tra il '500 e il '600 rappresentata attraverso uno stile pittorico simile a quello in uso all'epoca.

Tra la Torre di Londra e il leggendario Globe Theatre divisi dal Tamigi, una moltitudine di personaggi tratti dalle commedie, dai drammi e dalle tragedie, si nasconde nei posti più inaspettati dello scenario, stuzzicando continuamente la voglia di aggiungere l'ennesimo pezzo al puzzle, portando così avanti il lento processo di costruzione e conoscenza che terminerà solo dopo aver fissato la millesima parte. Ad aiutare il tutto, una carta sinottica che riporta il nome di ogni personaggio rappresentato e l'opera dalla quale è tratto. Credetemi, farlo con i più piccoli è un vero spasso.

Lo sterminato mondo dei Lego è un'altra potenziale freccia al vostro arco. Con i celeberrimi mattoncini possono essere facilmente ricostruite le scene più celebri delle opere shakespeariane. Mettendo insieme le parole, lui ha costruito epici sonetti e dialoghi immortali. Armati di Lego, i bambini possono divertirsi e realizzare creazioni di mattoncini con lo stesso spirito e la stessa grazia.

La letteratura per bambini è, ovviamente, un mezzo potentissimo che, se ben sfruttato, semplifica il processo di interiorizzazione di messaggi profondi e complessi. Fortunatamente, l'editoria italiana ci mette a disposizione da tempo varie rivisitazioni dell'opera shakespeariana riadattata per bambini e giovanissimi.

Per i primi c'è davvero l'imbarazzo della scelta, basta fare un giro in una libreria o sul web per rendersene conto. Vi aspettano tante versioni illustrate o a fumetti di Romeo e Giulietta, Amleto, Il Mercante di Venezia, etc.

Per i più grandicelli, consiglio di rifarsi al famoso adattamento di Charles e Mary Lamb che, agli inizi del '900, pubblicarono Racconti da Shakespeare, ancora oggi considerata la più fortunata e famosa riscrittura letteraria del bardo inglese.

Per gli irrequieti adolescenti, farli assistere ad un'opera teatrale di Shakespeare o guardare uno dei tanti film prodotti negli ultimi decenni, potrebbe rivelarsi una scelta molto proficua.

La tradizione del teatro shakespeariano in Italia può vantare una discreta diffusione sul territorio e poi c'è lui, il Globe Theatre di Roma (www.globetheatreroma.com), un teatro all'aperto, perfetta copia del Globe di Londra, nato sul finire dei '90 grazie alla notevole spinta data al progetto dal compianto Gigi Proietti. Portare un ragazzino a vedere un qualsiasi adattamento shakespeariano, lascerà una traccia profonda. Potete starne certi.

Hollywood ha prodotto tanti adattamenti, alcuni dei quali abbastanza accessibili ai giovanissimi. Guardarli insieme per poi confrontarsi sulla trama, i dialoghi e le azioni dei personaggi, potrebbe risultare un'esperienza curiosa, gratificante e divertente.

Oggi più che mai, insegnanti ed educatori sono alla continua ricerca di modi per aiutare gli studenti a pensare.

Nel Giulio Cesare, Shakespeare ad un certo punto scrive:


Gli uomini, in certi momenti, sono padroni del loro destino.

La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle,

ma di noi stessi, che siamo degli schiavi.


Che, più o meno, potremmo proporre così ad una giovane vita in piena fase di crescita e formazione:


Siamo responsabili delle nostre vite

e di ciò che realizziamo,

non è una questione di destino.


Esiste lezione più preziosa?





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