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Da dove nasce la tradizione del pesce d'aprile? Prova a raccontarcelo un vecchio libro

Verso la fine dell'800, il medico siciliano Giuseppe Pitrè pubblicò "Il pesce d'aprile. Appunti", un libricino di 30 pagine legato a doppio filo con fatti di folklore italiani ed europei.

In opposizione alla tendenza culturale dei suoi tempi, Pitrè difendeva il popolo siciliano, la sua cultura e tradizione narrativa orale, adoperandosi attraverso studi e indagini di vario tipo, che lo portarono a setacciare tutta l'isola alla ricerca di fiabe, storie e aneddoti.

La sua passione, ad un certo punto della vita, lo portò a focalizzare i suoi interessi anche sulla vecchia tradizione del pesce d'aprile.

Così, nacque il volumetto in questione, risultato finale di una indagine attraverso la quale Pitrè cercò di ricostruire tutto il substrato di tradizioni legato all'origine di questa particolare usanza.

Sfogliando le poche pagine che compongono il libro, scopriamo che sul tema ci sono tante teorie. C'è chi ricollega l'usanza ai tempi dell'antica Roma, chi al vecchio capodanno francese che, quasi fino alla fine del '500, era legato all'arrivo della primavera festeggiato con banchetti e scherzi. Nella sua opera, Pitrè cita anche una teoria collegata ad un pranzo che si sarebbe svolto un 1° di aprile del XVII secolo a cui parteciparono il Papa dell'epoca e il patriarca di Acquileia. Quel giorno, visto il tempo di Quaresima, ai due fu servito un pranzo a base di pesce e una lisca si andò a conficcare nella gola del Papa dandogli tormento per tutta la notte.

Il mattino seguente, la spina apparve miracolosamente accanto al letto. La leggenda continua affermando che per tale avvenimento, si ordinò di non mangiare più pesce il 1° di aprile in tutti i territori del patriarcato.

Insomma, appare probabile che l'usanza provenga dalla Francia e, con il tempo, si sia diffusa in altri territori d'Europa.

Tempo dopo, in memoria di Giuseppe Pitrè e dei suoi studi, fu fondato il Museo Antropologico Etnografico Siciliano di Palermo.


Piccola curiosità: uno dei libri di Pitrè, intitolato Cola Pesce e altre fiabe e leggende popolari siciliane, portò Italo Calvino a parlare di perfetta "...campionatura della molteplicità potenziale del narrabile".




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