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Vale (parte prima)

Ore 8:10 un altro messaggio sul cellulare. Numero sconosciuto. Mentre si infila nell'ascensore seleziona l'opzione: elimina per me. «Ma chi cazzo è?» Se lo dice ad alta voce, mentre le porte si chiudono. Ore 8.30 sta parcheggiando, arriva il bip della notifica. Ore 10:15. Pausa caffè. Quella sacra. Il bip glielo fa andare di traverso. Ore 10:30. L'avvocato le consegna delle pratiche da fotocopiare «Solo le pagine con l'intestazione e le firme» le dice. Lei annuisce ma ha la testa in tasca, nel cellulare. Quello coglie la sua aria assente e ribadisce «Ha capito? La vedo distratta!» Torna nel suo bugigattolo, una stanzetta senza finestre di 2 metri per 1 e 80, una piccola consolle Ikea di quelle allungabili con le ali laterali da tirare su all'occorrenza, ma in quella stanza la Brookline bianca non ha mai dispiegato le ali. Prende il cellulare, legge «Ti sta bene la camicetta a fiori su quei pantaloni blu. Ma ti preferisco col tubino azzurro di ieri.» Si guarda intorno anche se è sola. La spunta blu al messaggio è un cazzotto in un occhio. Sì, la prima cosa da fare è non far capire che legge i messaggi. Google docet: Basta andare nelle impostazioni dell'app di messaggistica, premere Account, poi Privacy e poi disattivare le conferme di lettura. Ti adoro Google, pensa. Nella pausa pranzo non ce la fa a non leggere. Apre. Otto messaggi tra cui «Lo so che mi leggi, e io LEGGO te. Sempre.» Panico. A mensa indaga gli occhi dei colleghi. Il suo sguardo inquisitorio li allarma, qualcuno le chiede «Valentina tutto bene?» Qualche altro, fa finta di niente. Potrebbe essere lui, pensa, e già ricostruisce nella sua testa il puzzle: quella volta che ha fatto un apprezzamento non gradito sul suo seno. Intanto apre WZ, un altro messaggio proprio in quel momento 13:45. Non può essere il collega cafone che è lì davanti a lei e mangia a quattro palmenti. Due minuti dopo «Hai il bottone della camicetta sbottonato e gli occhi del tuo commensale vi si infilano dentro.» Ora l’ansia decolla, e la trascina con lei, non importa in quale direzione, comanda lei e va dove vuole. Cerca di raccogliere le idee, quelle rimaste, che ancora le girano in testa ma che non trovano una sequenziale collocazione, vanno di qua e di là nella speranza di trovare un posto, uno qualsiasi che dia una parvenza di logicità a quello che le sta accadendo. Sarebbe bello potersi dire è solo un sogno, ma non lo è, quello è un vero e proprio incubo con tanto di fiato sospeso, cuore in gola e salivazione azzerata. Un classico.


Continua...



Autore: Brillante Massaro


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