Come molti, ricordo benissimo dov'ero e cosa stavo facendo quel primo pomeriggio dell'11 settembre 2001.
Passeggiavo con mio cugino tra degli ulivi cresciuti su una collina marchigiana con i Monti Sibillini a fare da sfondo. L'autunno, il periodo della vendemmia e la raccolta delle olive, erano ormai alle porte. Vivevo con grande curiosità quel momento di forte legame tra l'uomo e la sua terra.
Poco prima delle 15:00 mia zia cominciò a chiamarci in modo stranamente concitato. Io e Stefano corremmo in casa giusto in tempo per essere tramortiti dalla scena innaturale di un aereo, il secondo, che si schianta all'interno di un grattacielo.
Un Big Bang su scala globale che, come sappiamo, sconquasserà definitivamente i precedenti equilibri geopolitici e religiosi. Un terremoto la cui onda lunga, ancora oggi, condiziona le dinamiche sociali e politiche dell'intero pianeta.
Quattordici anni dopo, con grande sorpresa, venni a sapere che Serena Pochi, nata e cresciuta in nello stesso paesino delle Marche nel quale mi trovavo quel pomeriggio di metà settembre, aveva scritto un romanzo traendo spunti preziosi anche da una sua parentesi di vita newyorkese successiva all'attentato. All'interno della sua opera prima, la scrittrice aveva tessuto le fila di una toccante e delicata storia d'amicizia e d'amore che scorre attraversando uno dei periodi più bui della storia moderna.
Quando parlo delle mie letture, non amo anticipare molto della loro trama. Ritengo che la scoperta debba essere lasciata al lettore e ai suoi momenti di ricercata solitudine. Così, anche in questo caso, mi limito a riportare solo parte della sinossi ufficiale: Filippo e Giulia sono due giovani italiani che si incontrano per caso a New York e si perdono dopo pochi giorni: l'11 settembre 2001. Non sanno molto l'uno dell'altra e soprattutto non hanno idea di cosa sia accaduto ma daranno fondo a tutte le loro risorse pur di ritrovarsi.
Leggete Undici Anni ed emozionatevi tra le sue delicate pagine di vita.
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