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"Alexa aggiungi un litro di LIBRI alla lista della spesa"

Avete mai provato a chiedere ad Alexa o a Siri (rispettivamente i chat-bot di deficienza artificiale di Amazon e Apple)"Aggiungi un litro di libri alla lista della spesa"?.

Fatelo. Le due IA eseguiranno alla lettera il vostro comando, dimostrando chiaramente che non riescono a comprendere il linguaggio.

Quando i vostri occhi hanno letto sullo schermo la parola"LIBRI" dopo la sequenza "Aggiungi un litro di...", l'informazione visiva è stata trasferita sotto altre spoglie verso la regione posteriore del cervello nella quale sono collocate una serie di funzioni raggruppate sotto il nome di corteccia visiva primaria.

All'atto della decodifica, i vostri neuroni hanno fatto scattare immediatamente un allarme. L'allarme ha innescato in voi una reazione che, semplificando, potrebbe essere sintetizzata in "Mmmmmh...c'è qualcosa che non va in ciò che ho appena letto". Subito dopo questa fase iniziale di destabilizzazione interna, il vostro sistema è tornato in equilibrio. Tutto il processo è durato meno di un battito di ciglia.

Su questa funzionalità del cervello umano faceva leva una vecchia campagna pubblicitaria della ESSO che ha fatto scuola. Ancora oggi può capitare che venga citata in alcuni corsi universitari. A partire dalla fine degli anni '60 e per un paio di decenni, alcuni spot italiani del gigante petrolifero riportavano lo slogan "Metti UN tigre nel motore".

La presenza nello slogan di quel "UN" inatteso, destabilizzava le platee rendendo l’intera frase (e il logo ad essa associato) inconsciamente indimenticabile. Proprio quello che la ESSO e i suoi consulenti pubblicitari avevano sperato (lo ricordate anche voi vero? 😊). Come si spiega questa cosa? Noi esseri umani abbiamo l'incredibile capacità di comprendere il linguaggio e le sue infinite sfumature. Sfumature che fanno intrinsecamente parte della nostra quotidianità. Sfumature che riusciamo facilmente a cogliere e a contestualizzare. Pensateci, è soprattutto questo superpotere a rendere appaganti le nostre esperienze di lettura. Leggendo un saggio, un romanzo, un racconto o una poesia, applichiamo costantemente questa capacità. Alexa, Siri e compagnia bella, tutto questo se lo sognano. Se (e quando) i software di deficienza artificiale acquisiranno questo superpotere, potremo iniziare a parlare seriamente di intelligenza artificiale.

N.B.: Poco prima che scrivessi questo articolo, Google ha annunciato il prossimo arrivo di "GEMINI", l'IA più potente tra tutte quelle attualmente in circolazione. Ne vedremo sempre più delle belle (o delle brutte a seconda dei punti di vista).



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