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Three Lives & Company: l'icona di Greenwich Village

Quante volte ci siamo imbattuti in questa immagine durante le nostre scorribande su Instagram e Facebook? Tante, tantissime. Ogni volta la stessa storia: la guardi e cominci a sognare facendoti mille domande. Dove si trova? Che atmosfera si respirerà al suo interno? Quali mirabolanti libri saranno custoditi tra i suoi scaffali? Chi la frequenta? Che tipi sono le persone che ci lavorano?

La "Three Lives & Company" è una libreria newyorkese. A chi vive da quelle parti, quando si sente un po' depresso basta fare un salto al n. 238 di Greenwich Village, sulla West 10th Street, più precisamente tra Bleecker Street e Hudson Street.

Già guardandolo dall'esterno, sembra davvero il classico negozio di quartiere che trovi dietro l'angolo. Quelli che immaginiamo pensando ai quartieri delle grandi città americane.

Sin dall'anno della sua apertura, era il 1968, per molti abitanti del West Village questo libreria rappresenta un vero punto di riferimento, una delle pietre miliari del quartiere. Nel 1991, la Greenwich Village Historical Society, la definì "una sacca di civiltà". Caldo torrido, pioggia, vento e neve, nulla possono contro la voglia dei lettori newyorkesi di andarsi a rifugiare tra i rassicuranti scaffali della libreria di quartiere per eccellenza.

Oltre al suo indiscusso fascino amplificato all'ennesima potenza dalle migliaia di fotografie che la ritraggono e che circolano da anni sul web, la "Three Lives & Company" è riuscita a sopravvivere all'avvento dei grandi colossi della distribuzione e della vendita online puntando tutto sulla particolarità dell'assortimento di libri che propone e, soprattutto, sull'estrema professionalità e competenza di chi lavora al suo interno.

Uno dei suoi più celebri frequentatori è certamente Michael Cunningham, vincitore nel 1999 del premio Pulitzer per la narrativa con il romanzo "Le ore" (da cui successivamente fu tratto un film con Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore). Riferendosi alla sua libreria di fiducia, una volta ha affermato: "Ogni singola persona che ci lavora è incredibilmente ben informata. Puoi entrare e chiedere a chiunque cosa ha letto di recente e, molto probabilmente, ti sentirai indicare qualche libro di cui non hai mai sentito parlare, ma che si rivelerà essere sempre qualcosa di interessante e favoloso".

Il segreto quindi è tutto nell'utilizzo di una staff composto esclusivamente da esperti e appassionati lettori interessati a scoprire (e a far scoprire agli altri!) libri che altrimenti rischierebbero di restare nell'oblio o al massimo in una ristrettissima cerchia di fortunati. Inoltre, particolare attenzione viene posta anche nella continua ideazione e realizzazione di un'esposizione di libri, in vetrina e negli scaffali, quanto più scenografica e attrattiva possibile.

Ma chi è l'artefice di tutto questo? Chi è il libraio che si nasconde dietro le quinte (o forse è meglio dire gli scaffali) della Three Lives & Company? Si chiama Toby Cox e in basso lo vediamo immortalato nel 2017 dall'obiettivo di Franck Bohbot nell'ambito del progetto fotografico We are New York Indie #Booksellers [A shared project].

Il nome della sua libreria Cox lo decise omaggiando la prima opera di Gertrude Stein, la quale concepì "Three Lives" nei primi anni del '900 tra le mura del leggendario appartamento parigino al n.27 di Rue de Fleurus, intorno al quale, a quei tempi, comincia ad orbitare gente come Picasso, Matisse, Duchamp e, più tardi, la "lost generation" statunitense degli Hemingway e dei Fitzgerald. Ma quella è un'altra storia.

E allora a nome di tutti noi vagamondi letterari™, grazie Mr. Cox. Grazie per aver regalato all'umanità un luogo che pulsa di vita, un luogo nel quale le persone si recano per soddisfare il loro desiderio di conoscenza, per imbattersi in pagine inaspettate che magari rimetteranno in discussione i propri convincimenti aiutandoli ad evolvere, un luogo nel quale confrontarsi con altri discutendo di libri, cultura e di tutto quello che ruota intorno all'essere uomini.



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